Ciao!
In queste giornate caldissime ho deciso di mettermi seriamente a lavorare per il blog. Ho aggiornato il profilo IG e sto pensando a come rinnovare un po’ anche il sito; avendo fatto mille cose contemporaneamente non è semplice ricostruire le singole attività di un anno intero!
Finalmente mi siedo alla mia grande scrivania per scrivere questo post dedicato ad un approfondimento sulla formazione professionale. Voglio condividere con voi la mia esperienza concentrandomi sul lavoro accademico.
La mia esperienza universitaria posso dire che, ad oggi, sia abbastanza di lunga data; dopo gli studi in Storia dell’arte ho conseguito il titolo di dottore di ricerca in Digital Humanities curriculum arte, spettacolo e tecnologie multimediali presso l’Università degli Studi di Genova. Si tratta del titolo di grado più alto conseguibile in Italia con il quale viene riconosciuta al candidato piena competenza nel campo della ricerca. Tuttavia l’inserimento in ruolo all’università sappiamo che richiede spesso tempi molto lunghi e per questo posso affermare di essere stata fortunata; ho potuto insegnare come docente a contratto in diverse occasioni ognuna delle quali si è rivelata molto importante per la mia formazione di docente (e non solo).
Fotografia, archivi e new media
Ho iniziato questo percorso con l’insegnamento di Fotografia, archivi e New Media per il Master di II livello in Scrittura Creativa e Progettazione di Contenuti Digitali presso l’Università di Genova; avevo appena concluso il dottorato e con alcune colleghe ci siamo lanciate in questa avventura che si è rivelata molto stimolante grazie al gruppo di studenti con i quali abbiamo lavorato. Il Master ha messo in relazione gli studenti con il contesto lavorativo dei media digitali approfondendo tematiche teoriche e culturali, ma anche conoscenze utili a produrre un testo creativo per i social network o per capire che cosa si muove dietro a un’azienda (archivi, marketing, teatri, gruppi artistici ecc…). In questo corso mi sono occupata di fotografia contemporanea e di archivi fotografici.
Strutture Narrative e Nuovi Media
Era un periodo molto impegnativo e mi spostavo continuamente, poi è arrivata l’occasione del corso Strutture Narrative e Nuovi Media, per il corso di Laurea Magistrale in Digital Humanities – Comunicazione e Nuovi Media. Il corso si teneva al Campus di Savona e non nego che sia stato abbastanza faticoso muoversi in treno al mattino presto per essere all’Università alle 9:00 e svolgere lezione fino alle 13:00, ma sono sempre stata una persona molto energica e così, impavida, mi sono avventurata a piene mani nell’organizzazione di questo corso.
Ricordo che in quegli anni lavoravo al pomeriggio nello spazio espositivo di Vico San Matteo, PhotoFactory Art, e aprivo alle 14:30 per poi chiudere alla sera alle 19.30; a quel punto ripartivo per tornare a casa … a Torriglia (un bel viaggetto tutti i giorni). Abitare fuori dal centro della città non penalizza se hai una macchina e una buona tolleranza alla guida, tuttavia non nascondo che a volte scatta la FoMo (la grande paura del “non esserci”) come si usa in gergo social, ossia, la paura di restare un po’ isolato dalle dinamiche culturali della città. Per questo cerco di tenermi sempre molto attiva, anche a costo di fare dei chilometri quotidianamente.
Design Con – temporaneo
Dopo il corso di Savona ho passato un momento nel quale pensavo che non mi sarebbe più capitata un’occasione del genere e invece, pur con un breve periodo passato a Roma per lavoro (del quale vi parlerò in un altro articolo) è arrivata l’occasione per ricominciare: ho partecipato ad una procedura comparativa alla Scuola Politecnica per il corso di Design Con-temporaneo e mi è stato affidato l’incarico in co-docenza con il collega Giovanni Carli.
Era la prima volta che lavoravo alla Facoltà di architettura, il posto dove la mia famiglia si è formata e che ho sempre guardato con molta ammirazione pur avendo intrapreso una strada diversa che mi ha portata “in quel di Balbi”. Il corso di Design Con-temporaneo lo abbiamo inventato e organizzato nell’anno successivo al lock – down e per questo è stato svolto interamente online. Qui ho conosciuto un gruppo di ragazzi fantastici, studenti che ho avuto il privilegio di ritrovare anche al corso che ho tenuto quest’anno: Storia Sociale dell’arte (L-ART/04).
Con il collega Carli abbiamo studiato un format di ricerca particolare intitolato “La Recherche” prendendo ispirazione dalla notissima Recherche di Marcel Proust; gli studenti hanno dovuto scegliere un argomento tra i macro temi proposti nelle lezioni: mondo digitale, arte, moda, cinema, design e architettura per svolgere il proprio approfondimento finalizzato alla realizzazione di un prodotto strutturato in forma di rivista monografica. E’ stata un’esperienza molto formativa per me perché finalmente mi sono imbattuta in una disciplina laboratoriale nella quale ho potuto dare voce al mio eclettismo.
Storia sociale dell’arte
Sulla base di questa esperienza ho quindi potuto strutturare il lavoro successivo, quando, quest’anno, ho tenuto il corso di Storia Sociale dell’arte. Ho pensato di rinnovare la proposta formativa implementando la componente teorica della disciplina con una parte progettuale, che desse modo ai ragazzi di mettere in pratica quanto appreso dalla conoscenza culturale e storica. Si è quindi parlato di alcuni importanti capi saldi della storia dell’arte focalizzandosi in particolare sulla nascita della figura dell’artista e della sua progressiva evoluzione, dall’antichità fino all’Ottocento. Il tutto è stato trattato con incursioni nel mondo del design e dell’arte contemporanea nonché della pubblicità e degli eventi. Queste “incursioni” sono state fondamentali per stabilire gli argomenti che i gruppi avrebbero dovuto approfondire con una vera e propria ricerca. Il corso così strutturato ha permesso di ampliare la visione della storia dell’arte ad una serie di collegamenti possibili da mettere in pratica nel processo di ispirazione e progettazione creativa. Infatti le lezioni sono state arricchite dalla partecipazione di addetti ai lavori nel settore museale, uno tra tutti, il Museo MAXXI di Roma e con lezioni di approfondimento dedicate alla valorizzazione dei beni storico-artistici. La ricerca è stata arricchita da un vero e proprio progetto di valorizzazione da presentare in sede di esame.
Sono rimasta molto colpita dagli esiti di questi esami giacché la materia non è semplice da affrontare per studenti che hanno impostato il proprio percorso in modo più “pratico” e meno teorico, tuttavia, essendo trattandosi comunque di un percorso universitario, mi sembra importante sottolineare quanto la pratica della ricerca, della scrittura, della progettazione in campo storico-artistico sia importante per chiunque si trovi, un domani, a dover ragionare su un progetto espositivo per una mostra, o per un allestimento scenico, o per un progetto culturale in genere. Bisogna essere in grado di scrivere e di parlare del proprio lavoro e per fare questo i ragazzi devono acquisire le basi fondamentali del “fare ricerca” oltre a riconoscere quegli elementi che possono essere “trasformati” e “adattati” alle realtà più attuali, anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Per saperne di più …
Spero di portare avanti questo percorso perché la didattica e l’insegnamento rappresentano una strada alla quale mi sto dedicando con particolare passione e impegno dandomi il privilegio di continuare ad imparare e a conoscere, ma soprattutto di approfondire molti temi senza i quali non potrei immaginare nessuna delle mie giornate.
Sul mio canale IG trovate una selezione di pagine di ogni lavoro (ho tantissimi studenti e quindi i progetti sono molti!) se volete collaborare, se siete incuriositi, o volete solo prendere un caffè per conoscerci scrivetemi a:
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