Ciao!
Oggi vi do qualche altra informazione sul percorso lavorativo che sto svolgendo. Insieme all’esperienza universitaria sto infatti proseguendo la formazione professionale nel campo della didattica e della scuola.
L’inizio del percorso nella scuola
Sono tre anni che risulto iscritta alle graduatorie di II fascia (ex III fascia) svolgendo servizio su posto di sostegno a 18 ore settimanali. Ho avuto la possibilità di svolgere i miei primi due anni di insegnamento in una scuola dove ho incontrato le mie maestre, persone che mi hanno insegnato tutto quello che so sul sostegno.
Ho iniziato con molti dubbi e qualche paura personale perché approcciarsi a una classe non è facile, ma arrivata a scuola mi sono sentita subito a casa. Ho avuto la fortuna di lavorare fianco a fianco con una persona fantastica con la quale sono rimasta in contatto nel tempo e che spero di avere di nuovo come collega.
Infatti, giunta al terzo anno di insegnamento, ho deciso di tentare il concorso per il TFA Sostegno. Ho svolto le prove preselettive sia per le scuole medie che per le superiori risultando vincitrice di entrambi i concorsi. E’ stato un periodo molto faticoso perché le selezioni si sono svolte in concomitanza con l’inizio del corso universitario di Storia sociale dell’arte. Insomma mi sentivo persa in un mare di emozioni che sono felice di aver provato, anche se, in quel momento, mi sembrava di vivere in un incubo pieno di ansia.
TFA Sostegno: Corso di formazione per il sostegno didattico per alunni con disabilità
Ho quindi iniziato il percorso di formazione per il sostegno didattico per alunni con disabilità per la scuola secondaria di I grado presso l’Università di Genova; ho preso questa decisione perché si tratta dell’ordine di scuola nel quale tuttora insegno, ma ho deciso di iscrivermi anche al percorso abbreviato del prossimo anno per conseguire il titolo di specializzazione per le scuole superiori.
L’esperienza del Corso di Formazione per il sostegno è stata davvero impegnativa. Il corso è stato svolto interamente online, ma il prossimo anno riprenderà in presenza. Tra pochi giorni, discuteremo le tesi sempre in modalità a distanza e ci dovremo organizzare per riuscire a raccontare in soli 10 minuti ben 3 esperienze: il progetto TIC, il progetto di tirocinio e la tesi, speriamo bene!
Il corso è così importante perché si tratta dell’unica via di accesso possibile, in Italia, al posto di ruolo per l’insegnamento su Sostegno e rappresenta una delle prove più complesse per la vita delle persone, in particolare per chi ha famiglia o altri impegni importanti: devi infatti essere un vero mago dell’organizzazione per incastrare tutto perché le ore da frequentare sono molte non solo infrasettimanali, ma anche nel week end.
Tuttavia è un’esperienza di vita che mi ha permesso di riflettere molto sulle persone, a livello umano, e sulla professione dell’insegnante di sostegno; provo quindi, in poco spazio, a dirvi che cosa ne penso e mi piacerebbe ricevere anche la vostra opinione in merito.
Il docente di sostegno
Il ruolo del docente di sostegno è forse quello più difficile nell’ambito della scuola, anche se, purtroppo, lo si cerca di far passare per “l’insegnante di serie B” e in molti casi, come qualcuno che si siede sulla sedia a non fare nulla. Posso garantirvi che non c’è nulla di più distante dalla realtà su questo mestiere.
Il docente di sostegno nasce come figura giuridicamente riconosciuta con il D.P.R. 970/1975 ossia un “docente specialista” differenziato dagli altri docenti curricolari e ulteriormente definita con L. 517/1977 che annuncia la ratifica del diritto di piena integrazione degli studenti con handicap all’interno della scuola pubblica. Se l’argomento vi interessa possiamo approfondirlo in altri articoli!
L’insegnante di sostegno è un docente a tutti gli effetti, incaricato come gli altri curricolari con i quali condivide le stesse responsabilità sulla classe; il suo ruolo è infatti “sulla classe” e non “sull’alunno disabile” e ha il compito di attivare diverse e possibili forme di sostegno utili a tutti al fine di realizzare in pieno l’inclusione dell’alunno disabile nel gruppo dei pari. Le competenze necessarie a mettere in atto queste forme di sostegno sono molte e diversificate; infatti il docente di sostegno oltre ad essere esperto nella sua materia di indirizzo, è anche un mediatore specializzato che ha il compito di mettere in atto una strategia condivisa con il consiglio di classe, le famiglie e gli enti territoriali al fine di tessere relazioni significative per la vita futura degli alunni.
Perché è importante collaborare con il docente di sostegno
L’insegnante di sostegno ha molti punti di forza evidenti nella formazione continua necessaria per via degli aggiornamenti sulle Normative e sulle tecniche di lavoro, sia didattiche che metodologiche, la capacità di coordinare il gruppo dei colleghi per la progettazione di azioni inclusive favorevoli a tutti gli alunni del gruppo classe valorizzandone le differenze e le potenzialità emerse. Inoltre il ruolo del sostegno è molto importante per la crescita educativa degli alunni, motivo per il quale risulta di fondamentale importanza il coinvolgimento attivo delle famiglie nelle scelte e nel percorso formativo dei propri figli.
Sarebbe quindi importante che il docente di sostegno fosse presentato dal coordinatore di classe a tutti i genitori degli alunni fin da subito affinché si possa creare un vero clima di collaborazione e aiuto reciproco dal momento che, allo stato attuale, si verifica un costante incremento di alunni con BES e DSA che vengono seguiti da tutto il Consiglio di classe, docenti di sostegno compresi.
Questo mestiere richiede infatti l’acquisizione di una specializzazione in più rispetto ad altri percorsi, con il quale il docente acquisisce informazioni specifiche nel campo della disabilità e delle relative metodologie e strategie da mettere in campo nel momento in cui si trova in classe per la quale diventa un riferimento imprescindibile.
Il docente di sostegno è quindi una importante risorsa formativa, educativa e didattica che dovrebbe essere presente sempre in classe perché il suo ruolo è quello di svolgere attività interdisciplinari, che possano implementare le competenze trasversali degli alunni collaborando, in compresenza e non , con i docenti del Consiglio di classe.
La mia esperienza
Per quanto mi riguarda questo mestiere è l’unico, tra quelli che ho svolto fino ad ora, che mi ha permesso di mettere in gioco il mio eclettismo, la passione per diversi argomenti e approfondimenti, e per lavorare con i ragazzi in un’ottica non esclusivamente didattica, ma soprattutto educativa. Ne vengo da esempi favolosi che hanno fatto parte della mia vita, e ne fanno parte tuttora, fin dai tempi delle scuole medie. Ho avuto il privilegio di frequentare la scuola Don Milani, sempre all’avanguardia e con un metodo di insegnamento avanti anni luce per i tempi.
In quella scuola la didattica laboratoriale era all’ordine del giorno, così come le ore svolte in compresenza tra docenti di ambiti diversi (italiano/francese; italiano/scienze; italiano/arte) e si svolgevano progetti sempre a cavallo tra le due materie; facevamo teatro e spettacoli anche in lingua straniera partendo dal lavoro di ricerca svolto su un tema in particolare trattato durante le lezioni di italiano, storia, scienze, educazione fisica ecc…
Avevamo docenti incredibili e la lezione iniziava sempre con la lettura del giornale, con il pane appena sfornato diviso tra tutti i bambini e con considerazioni critiche su quanto si era appena letto insieme in classe. Ogni giornata iniziava con un pensiero nostro, con le nostre idee e con la condivisione delle stesse ai compagni.
Venendone da un esempio di questo tipo ho capito quale scuola vorrei fosse presente all’ordine del giorno, una scuola dove tutti siano davvero uguali, dove si lavora insieme sulla vita e non solo sul programma (che fortunatamente è stato abolito) dove i ragazzi possano davvero acquisire tutte quelle competenze e conoscenze necessarie a diventare gli adulti di domani e sui quali facciamo affidamento per lasciare un posto migliore rispetto a quello che viviamo noi ora.
Ancora troppo spesso il lavoro del docente di sostegno non viene compreso a pieno e non è sempre facile costruire un rapporto di reciproca collaborazione con il docente curricolare; tuttavia la strada della competenza, della pazienza e della professionalità sarà l’unica, a mio avviso, perseguibile da chi crede davvero di essere motivato a intraprendere questo percorso dimostrandolo con i fatti.
Sei anche tu un insegnante di sostegno? Quale è la tua esperienza? Se hai voglia di condividere con me il tuo percorso e le tue idee scrivimi a martina@mm-artsandlifestyle.it
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